Non finisce mai di sorprendere Margherita Sarfatti, l’ebrea veneziana divenuta amante di Benito Mussolini e di fatto cofondatrice del fascismo (la marcia su Roma è stata pianificata a casa sua), autrice della biografia Dux, primo best seller globale in lingua italiana (diciassette ristampe, diciotto traduzioni in lingue straniere), fondatrice della corrente artistica del Novecento che succede al Futurismo, madre della medaglia d’oro al valor militare Amedeo Sarfatti. Margherita Grassini in Sarfatti si dilettava pure di cucina e scriveva ricette. Ce lo rivela Samanta Cornaviera, archeologa dei fornelli (suo il blog http://www.massaiemoderne.com) che ha scovato un paio di ricette sarfattiane nei numeri della Cucina Italiana del 1930, oltre ad alcune ricette a lei dedicate. Nel novembre 1930, in prima pagina, impaginato sotto un articolo di apertura firmato da Massimo Bontempelli e intitolato «Il “Novecento” in cucina», compare il titoletto «Una ricetta di Margherita Sarfatti», si tratta di una zuppa di aragosta con funghi, e l’introduzione recita: «Un devoto grazie speciale rivolge il nostro periodico – anche interprete dei suoi abbonati – alla illustre Donna che, tornata da pochi giorni in Italia dopo i brillanti successi riportati in America (ove, com’è noto, si recò per inaugurare nella capitale argentina la mostra del “900”) graziosamente si ricorda de La Cucina Italiana e, con simpatiche parole alla direzione, le fa avere la seguente ricetta che, per la sua novità, può dirsi davvero “novecentista”».
In un altro numero fornisce la ricetta di un grande classico: il baccalà mantecato (stoccafisso bollito mantecato e battuto con l’olio) in questo caso ribattezzato «Baccalà alla veneta».
Margherita Sarfatti è una delle biografie contenute in Serenissime. Le donne illustri di Venezia dal Medioevo a oggi, Biblioteca dell’Immagine.