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6 agosto 1928. Il sommergibile F 14, in esercitazione davanti a Pola, viene speronato per errore dal cacciatorpediniere Missori, a bordo ci sono anche sette allievi motoristi. Si posa su un fondale a 40 metri di profondità, nel settore di poppa, squarciato dall’impatto, muoiono 10 marinai, negli altri settori rimangono vivi in 17, tra i quali il comandante Isidoro Wiel. Scattano i soccorsi, rallentati dal mare grosso. Alle 18 il sub manda una comunicazione: «Vi siete molto avvicinati, fate presto, qui si muore». Alle 21.50 cessano i messaggi. Nella notte arriva un pontone, il giorno dopo il battello viene sollevato, una volta aperti i boccaporti escono nuvole di gas di cloro. All’interno sono tutti morti. Il comandante Isidoro Wiel, aveva scritto un biglietto: «Serenità a bordo. Si pensa a dio, alla famiglia, alla patria. Attendiamo fiduciosi». La vicenda ha ispirato il film Uomini sul fondo che però si chiude col lieto fine.

30 gennaio 1942. Il sommergibile Medusa viene affondato dal fuoco di un sommergibile britannico mentre era in superficie nel golfo del Quarnero, tra Cherso e le coste istriane. Ha a bordo 60 persone, la metà allievi. In parte muoiono subito, mentre il battello affonda, tra loro il comandante Emilio Bertarelli. In 14 rimangono vivi, riescono a far emergere una boa telefonica e a comunicare con l’esterno. Si collega una manichetta con l’aria, arriva un pontone, ma deve allontanarsi per il mare grosso. Il sommergibile Otaria che pompava aria all’interno strappa l’ancoraggio e deve andarsene pure lui. Le operazioni riprendono due giorni dopo, ma ormai a bordo del battello sono tutti morti.