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Pochi sanno chi sia, ancora meno sanno cos’abbia fatto. Eppure Vincenzo Bronzin, nato a Rovigno nel 1872, ma vissuto sempre a Trieste, dove ha insegnato all’istitito Carli (c’è un busto che lo ricorda) e dov’è morto nel 1970, ha messo a punto una formula che avrebbe cambiato il mondo della matematica finanziaria. La sua formula sta alla base degli studi sullo sviluppo di metodi per la determinazione del valore di nuovi strumenti finanziari, i cosiddetti derivati, compiuti dagli americani Robert Cox Merton e Myron Scholes che nel 1997 avrebbero vinto il Nobel per l’economia.

Un triestino illustre, insomma, una gloria delle città. Peccato che gli sia stato dedicato un convegno soltanto nel 2008 e sia entrato nella toponomastica cittadina soltanto nel 2015. Perché? Semplice. Bronzin pubblica il proprio libro nel 1908, a Vienna, intitolato “Theorie der Prämienzeschäfte”. Non è mai stato tradotto in italiano. L’Italia ama poco la scienza e Trieste dopo il 1918 cerca di far dimenticare di aver fatto parte per mezzo millennio (536 anni, per la precisione) della monarchia asburgica. Bastava esser stato un irredentista per ritrovarsi una strada con il proprio nome, ma per il matematico Vinzenz Bronzin (così è firmato il libro) soltanto l’oblio. Non che se ne sia lamentato: ha insegnato ragioneria fino alla pensione, nel 1938 e ha coltivato il suo giardino fino alla venerabile età di 98 anni. Non è mai troppo tardi per rimediare, in ogni caso.