Sembra che il presidente del Veneto, Luca Zaia, stia ammassando truppe nella natìa Godega di Sant’Urbano per lanciarle all’offensiva in direzione di Sacile ed entrare così nella regione di Debora Serracchiani, alla guida del Friuli-Venezia Giulia. Il conflitto prenderà il nome di guerra del tiramisù perché i veneti intendono lavare l’onta perpetrata dai friulani di aver sottratto la paternità del dolce allo Zaiastan, in particolare a Treviso.
Non sarebbe la prima volta nella storia che friulani e veneti se le danno in nome del cibo. L’Asìno, poema eroicomico pubblicato nel 1652 da Iroldo Crotta (pseudonimo del drammaturgo padovano Carlo de’ Dottori) nel canto VI parla di una guerra tra Vicenza a Padova condotta a colpi di cibo e di vino. A un certo punto irrompono sul campo di battaglia pure i friulani.
«Con quelli de’ suoi stati e co i furlani/ Guecello segue, e son duecento fanti,/ cento in arcion che paion capitani/ coloriti nel volto e bene stanti./ Nello stendardo ha due feroci alani,/ che stan sull’addentar le mosche erranti,/ e ‘l bottigliere è lor sempre vicino/ con vino di Prosecco e cacio asìno».
Più avanti, nelle note, si precisa che: «Come il prosecco è il famoso pucino de’ romani, così il formaggio asìno è molto nobile tra i furlani».
È questa la seconda citazione del vino prosecco, la prima risale a qualche anno prima, nel diario di viaggio dell’inglese Fynes Moryson che, in Italia tra il 1591 e il 1595, scrive che in Friuli «growes the wine Pucinum, now called Prosecho, much celebrated by Pliny».
Al di là del fatto che il territorio in oggetto non è Friuli, ma Litorale, oggi Venezia-Giulia, e i triestini si offendono mortalmente se si dà loro dei friulani (e viceversa), è interessante notare che nella precedente guerra tra veneti e friulani compare un protagonista indiscusso dell’enogastronomia trevisana: il prosecco. Quindi – attento Zaia – perché se vai alla guerra potresti trovarti sconfitto, oltre che sul tiramisù, anche sul prosecco che, come testimoniano i testi riportati, non ha affatto origini venete, bensì, pure lui, nelle terre amministrate dalla nemica Serracchiani.