Il 19 luglio 1943 Benito Mussolini e Adolf Hitler si vedono a villa Gaggia, poco fuori Belluno. È il loro ultimo incontro da capi di stato, infatti mancano solo sei giorni al 25 luglio e alla deposizione di Mussolini da parte del Gran consiglio del fascismo. Curioso perché anche il loro primo incontro era avvenuto in una villa veneta, per la precisione a sulla riviera del Brenta, a Stra, nella villa Pisani, il 14 giugno 1934, e curioso il fatto che questa riunione tra le montagne sia passata alla storia come «l’incontro di Feltre» anche se i due dittatori a Feltre sono soltanto transitati, senza fermarsi, per la stazione ferroviaria. Ma è lo stesso Mussolini a collocare, sbagliando, la riunione a Feltre anziché a Belluno.
L’incontro bellunese è drammatico: il 10 luglio gli Alleati sono sbarcati in Sicilia, i nazisti sono appena stati sconfitti dai sovietici nella battaglia di Kursk, il più grande scontro tra carri armati mai avvenuto, e proprio mentre i due dittatori stanno discutendo a villa Gaggia arriva una telefonata per avvisare Mussolini che Roma è stata per la prima volta bombardata, con le vittime concentrate soprattutto nel quartiere San Lorenzo. Alla fine Hitler promette aiuti militari, ma sbotta anche in un «duce, so ghet es nicht» (duce, così non va). In effetti non va bene proprio nulla, ma sarebbe potuta finire peggio – per loro – se fosse andato in porto l’attentato organizzato da alcuni ufficiali alpini reduci dalla Russia. All’ultimo momento, però, salta tutto: gli alpini vengono sostituiti dalle camicie nere e dai vertici del Regio Esercito arriva uno stop, probabilmente perché informati di quanto sarebbe successo di lì a sei giorni. L’incontro, cominciato verso le undici del mattino, termina verso le cinque del pomeriggio. Hitler e Mussolini tornano in treno all’aeroporto di Treviso da dove rientrano nelle rispettive capitali.