Un giudice di Ivrea stabilisce un nesso causale tra tumori al cervello e telefonini e condanna l’Inail a risarcire. L’argomento di questo post non è sul rapporto spesso discutibile tra magistrati e scienza (vedi caso xilella), ma su un passaggio dell’intervista alla Stampa di Paolo Crosignani, fino al 2013 primario dell’unità di epidemiologia dell’ istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano. Domanda: Ma la diffusione dei ripetitori non aumenta il rischio? Risposta: «Al contrario. Una presenza più capillare, ma sia chiaro solo di ripetitori di bassa o bassissima potenza, fa sì che la sorgente sia più vicina e quindi abbiamo bisogno di emissioni meno potenti».
Ecco, i ripetitori per i telefonini, più correttamente «estensori di campo per fonia e dati» sono stati inventati in Italia, più precisamente a Sacile, provincia di Pordenone, da un geniale ingegnere, di nome Bruno Gattel. La sua azienda, la Microset, è stata la prima a produrre tale tipo di tecnologia e a brevettarla, anche se ora è ampiamente copiata sia dai cinesi, sia dagli americani. Quindi la diminuzione del rischio di tumori dovuti ai telefonini è dovuta anche a questo ingegnere (laura honoris causa della Columbia University, mica pizza e fichi) che ama Shakespeare e lo legge in originale.