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Marin Sanudo il giovane nel suo De origine, situ, et magistratibus urbis Venetae, ll’inizio del Cinquecento scrive che le bombarde fuse nell’Arsenale avevano un nome. E ne riporta alcuni. Inostri antenati davano prova di senso dell’umorismo: a mio parere vince la bombarda Non più parole, ma anche La Venetiana che ogni muro et fortezza a terra spiana non è male.

Qui sono bombarde grossissime, et butta piere inestimabile, che non è terra né si forte castello che star vi potesse. Et ogni bombarda ha il suo nome, chi “Non più parole”, chi “La Liona”, chi “La Venetiana che ogni muro, et fortezza a terra spiana”, chi “La Liona”, chi “La Marcolina”, et altri varij nomi; etiam vi sono passavolanti, et spingarde, et schioppetti in grandissima quantità et cotidie si buttano, et è maistri ivi salariati a buttar bombarde et tal ordegni bellici.

Qua sotto vedete alcune artiglierie di due secoli più tarde, settecentesche, illustrate nel libro di Domenico Gasperoni sulle artiglierie venete. In basso sono raffigurati mortai e trabucchi.