Il 10 febbraio è passato, tra un anno si scatenerà di nuovo la canea degli opposti nazionalismi attorno alla questione foibe ed esodo. Rivendico con orgoglio di essere stato uno dei primi giornalisti italiani a scrivere di tale tema, nei primi anni Novanta, dapprima nel Giornale, poi nella Voce, entrambi diretti da Indro Montanelli. Le successive mistificazioni, l’uso politico della storia, mi hanno indotto dapprincipio al silenzio poi al disgusto. L’einaudiano «conoscere per deliberare» dovebbe più che mai essere un faro che illumini il dibattito attorno alla questione, invece meno si conosce, più si delibera. Si è arrivati addirittura a trasformare nel simbolo delle persecuzioni degli jugoslavi contro gli italiani una foto di italiani che fucilano civili sloveni, a Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942: le vittime sono Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Una bufala bella e buona.