Questa cartina etnica dell’Istria fu pubblicata dalla rivista “Limes” agli inizi degli anni Novanta, poco dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Era stata compilata incrociando i dati dei censimenti austriaco del 1910, e italiani del 1921 e 1931. I puntini rossi simboleggiano gli italiani, quelli verdi gli slavi, siano essi sloveni o croati, dipende dalle aree di insediamento. Basta una rapida occhiata per rendersi conto che l’Istria non era né italiana, né slovena o croata. L’Istria era un territorio misto dove convivevano genti di etnie diverse. Per fortuna, in parte, lo è ancora oggi. Aveva più che mai ragione Fulvio Molinari, giornalista della Rai di Trieste, di origine istriana: «Dobbiamo smetterla di pensare “questa terra è nostra” e invece cominciare a pensare “noi siamo di questa terra”». Noi siamo di questa terra: c’è spazio per tutti.
🙂
L’Istria è un territorio veramente molto bello, pieno di città peculiari come Pola e Rovigno che quando ho visto mi hanno colpito più di altre. La piccola arena di Pola, più intatta del Colosseo tanto italiano, non può che richiamare il ricordo del monumento simbolo di Roma, ma in effetti l’Istria è una terra che ha tutte le caratteristiche per distinguersi dalla massa senza bisogno di aderire ad uno stato o all’altro