Non so se Ronnie Ferguson, docente emerito dell’università di St. Andrews, in Scozia, abbia contezza di essere diventato il dio dei łénguisti, ma tant’è. Al tempo avevo letto Lorenzo Tommasin, Storia linguistica di Venezia (Carocci) e ora compulsando Ronnie Ferguson, A Linguistic History of Venice (Leo S, Olschki) trovo gli stessi concetti (p. 22): il veneziano è la base dell’idioma parlato nel Veneto.
Quindi non esiste nessuna Łéngua Vèneta, inventata a tavolino, piena di segni grafici assurdi e parlata da nessuno. Esiste il VE-NE-ZIA-NO che sta alla base delle altre parlate. Questo dice l’illustre linguista Ronnie Ferguson. Qua sotto metto la scansione della pagina (in inglese) dove esprime questo concetto.
Il dott. Alessandro Mocellin, da Cassola, esprime invece un concetto del tutto diverso: «La lingua veneta non è il veneziano, che è una delle sue varianti, un tempo la più feconda ed illustre, oggi in difficoltà sotto diversi aspetti. La lingua veneta è parlata oggi da 8 milioni di persone in almeno 5 Stati del mondo: il veneziano di città, ben diverso dal veneziano illustre di Goldoni, è parlato da meno di 100mila persone».
Vedete voi se ha ragione Ferguson o se ha ragione Mocellin, se esiste il veneziano o esiste la Łéngua Vèneta.
Nessuna “łengua veneta”?
Alessandro Marzo Magno smentisce Alessandro Marzo Magno
Ci viene segnalato da molti che è comparso online domenica 18 dicembre 2016 un articolo di Alessandro Marzo Magno, giornalista e autore, sulla presunta inesistenza della lingua veneta. Citando il prof. Ferguson che nella sua opera “A Linguistic History of Venice” riporta l’influenza ampia e forte del veneziano sul veneto centrale, Marzo Magno vorrebbe sostenere la tesi di inesistenza della lingua veneta.
(l’articolo lo trovate qui: http://alessandromarzomagno.it/2016/12/18/ferguson-non-esiste-la-lengua-veneta/)
Poiché in quell’articolo è citato il nostro Decalogo per la Lingua Veneta, #deca01 (che trovate per intero qui: http://www.academiabonacreansa.eu/decalogo-per-la-lingua-veneta-ita/), replichiamo volentieri.
Anzitutto, visto il tema linguistico non si può non rilevare che Alessandro Marzo Magno scivola per ben tre volte in errori linguistici che denotano una forma di carenza d’attenzione per l’esattezza del fenomeno linguistico. In particolare risulta certo lacunosa l’accentazione (“łénguisti” con quell’accento da sdrucciola è parola inesistente in veneto o in italiano; e “łengua” essendo parola piana, non vuole accentazione, che invece egli inserisce scrivendo “łéngua”) e perfino c’è imprecisione nel citare le sue fonti (il prof. Lorenzo…, si chiama Tomasin, non Tommasin): con questi presupposti di forma, uno scritto in materia linguistica non può certo brillare. Tuttavia ci viene richiesta da più parti una risposta e sono queste più parti che desideriamo soddisfare nel rispondere nel merito.
Nel suo scritto Marzo Magno, quale che ne sia la sua ragion d’omettere, omette di fatto di descrivere l’interezza del ragionamento del prof. Ferguson, che parla chiaramente da un lato di “Venetian” (stricto sensu, il veneziano) e dall’altro di “Common Veneto” (o “Venetan”, quello che va da Verona a Venezia, potremmo dire). Dal ragionamento del prof. Ferguson, letto nella sua completezza proprio nello spezzone citato e rammostrato da Marzo Magno, appare sì chiaro il ruolo del veneziano, e nessuno lo nega, come elemento collante e a tratti piallante su tutto il c.d. veneto centrale; ma Ferguson dimostra in quel brano anche che il complesso del veneto centrale è altra cosa dal veneziano.
Ferguson parla, infatti, del caso veneto come di un fenomeno raro di koinè linguistica effettiva, con ampi tratti di sovrapponibilità linguistica tra diverse aree: in altre parole, c’è una omogeneità linguistica (parola di Ferguson) in tutto il veneto centrale.
La cosa francamente poco chiara è come possa fare Marzo Magno a dire, proprio in base a questa riscontrata omogeneità, che non esiste nessuna lingua veneta. Gli chiederemo di intervenire sonoramente quando qualche incauto dirà, come fanno in tanti, che il veneto da una provincia all’altra cambia o, addirittura, “non si capisce”.
Da un lato abbiamo chi dice che cambia troppo e non si capisce; dall’altro troviamo chi sostiene che non cambia per niente e quindi non esiste il veneto, ma è un veneziano largo oppure un italiano stretto. Dimensioni parallele?
In realtà, per smentire l’articolo del 18 dicembre di Marzo Magno è sufficiente citare…
…proprio un suo stesso articolo di soli 17 giorni prima!
Infatti, il 1° dicembre scrisse lui di sua penna:
“La professoressa [Gianna Marcato] […] [f]a però un’altra interessantissima affermazione riguardo alla propensione dei veneti a parlare dialetto, ovvero che «grazie alla scelta politica della Repubblica Veneta di non imporre una lingua unitaria ma di rispettare e valorizzare le singole varietà locali, queste hanno acquisito sicurezza e stabilità che si è mantenuta nel tempo». La grandezza di Venezia, quindi, non è stata imporre una lingua per tutti, ma rispettare le parlate locali.” (e questo articolo lo trovate qui: http://alessandromarzomagno.it/2016/12/01/la-lengua-veneta-non-esiste/)
Sarebbe certo utile capire come, nel sistema valoriale e scientifico di Marzo Magno, si possa il 1° dicembre elogiare la non imposizione del veneziano ed anzi il rispetto delle parlate (il fine della Marcato era chiaramente dare un’immagine di polverizzazione linguistica), salvo poi il 18 dicembre annunciare che la lingua veneta non esiste perché in realtà domina incontrastato il veneziano, citando poi Ferguson che parla di omogeneità linguistica (cioè l’esatto contrario della Marcato).
Quando Alessandro Marzo Magno avrà scelto quale delle due tesi è quella del vero Marzo Magno e quale è invece quella del falso Marzo Magno, ce lo farà sapere sicuramente. Chiarita la posizione di Marzo Magno, saremo felici di poter far intervenire sul punto anche il nostro Direttore dell’Academia de ła Łengua Veneta, il dott. Alessandro Mocellin, per instaurare anche con Marzo Magno un desiderabile dialogo aperto e serio nel merito scientifico-linguistico del veneto lingua, che, essendo il vero fulcro della questione e con queste incerte premesse, è dialogo scientifico che non potrebbe aver luogo in maniera serena e circostanziata.
Infine, una nota di protocollo: non ci pare molto professionale ne mettere in bocca ad altri le proprie convinzioni con titoli di tenore giornalistico su temi che sono invece dominio della scienza, non del sensazionalismo, tantomeno citare associazioni e/o persone senza aver provveduto ad avvertirle in modo che il dialogo sovracitato possa costituirsi (su facebook bastava un semplice tag).
Ma come defensor linguae, l’Academia de ła Łengua Veneta si trova sempre pronta al dialogo serio, scientifico e trasparente: e pertanto invitiamo anche Alessandro Marzo Magno al Primo Convegno Internazionale sulla Lingua Veneta, così gli presenteremo personalmente il prof. Ferguson e anche il prof. Moseley dell’UNESCO: è un Convegno Internazionale e scientifico, organizzato per febbraio 2017 dal Rotary Club insieme alla nostra “Academia de ła Bona Creansa – Academia de ła Łengua Veneta”. Gli riserviamo un posto in prima fila.
Team Facebook di
Academia de ła Łengua Veneta
Io sostengo l’inesistenza della Łéngua Vèneta, non della lingua veneta, o del veneto che dir si voglia. Tanta ridondanza per affermare un idioma che non parla nessuno, ripeto quel che ho gia detto: presentatemi un parlante nativo di Łéngua Vèneta e offro da bere.
Gentile Alessandro Marzo Magno,
ci pare che Lei ne faccia questione di scrittura (cosa certamente non “nativa”).
Ma Lei che è nativo (è nativo?), ci dica allora per cortesia come si dice e come si scrive “lingua veneta” in lingua veneta?
E, già che c’è, ci dica anche secondo Lei come si dice e come si scrive “veneziano” in veneziano?
Quando si sarà espresso sulla scrittura e sulla pronuncia, passeremo volentieri a ragionare anche di fonologia, morfologia e sintassi della lingua veneta.
In ogni caso, siamo lieti che finalmente ci confermi anche Lei, come il prof. Ferguson, che esiste la lingua veneta.
Cordialmente
Team Facebook di
Academia de ła Łengua Veneta