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Non so se Ronnie Ferguson, docente emerito dell’università di St. Andrews, in Scozia, abbia contezza di essere diventato il dio dei łénguisti, ma tant’è. Al tempo avevo letto Lorenzo Tommasin, Storia linguistica di Venezia (Carocci) e ora compulsando Ronnie Ferguson, A Linguistic History of Venice (Leo S, Olschki) trovo gli stessi concetti (p. 22): il veneziano è la base dell’idioma parlato nel Veneto.

Quindi non esiste nessuna Łéngua Vèneta, inventata a tavolino, piena di segni grafici assurdi e parlata da nessuno. Esiste il VE-NE-ZIA-NO che sta alla base delle altre parlate. Questo dice l’illustre linguista Ronnie Ferguson. Qua sotto metto la scansione della pagina  (in inglese) dove esprime questo concetto.

Il dott. Alessandro Mocellin, da Cassola, esprime invece un concetto del tutto diverso: «La lingua veneta non è il veneziano, che è una delle sue varianti, un tempo la più feconda ed illustre, oggi in difficoltà sotto diversi aspetti. La lingua veneta è parlata oggi da 8 milioni di persone in almeno 5 Stati del mondo: il veneziano di città, ben diverso dal veneziano illustre di Goldoni, è parlato da meno di 100mila persone».

Vedete voi se ha ragione Ferguson o se ha ragione Mocellin, se esiste il veneziano o esiste la Łéngua Vèneta.

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