Giacomo Casanova, l’avventuriero veneziano, aveva fatto anche la spia. Mandava relazioni agli Inquisitori di stato. Niente di eccezionale, ma in una si occupa di Trieste, dove per un periodo era stato, attorno al 1774. Non gli doveva essere piaciuta più di tanto, se si esprimeva così: «Il Lazzaretto fabbricato contro le regole poiché non isolato, e le case della nuova città inabitabili, o per l’aria infetta de’ luoghi di saline, ne’ quali furono fabbricate, o per i violentissimi colpi di vento a quali sono soggetti». Però riconosce anche l’impietuoso sviluppo della città che ormai faceva concorrenza a Venezia: «Questo accrescimento di popolo, e di contante in proporzione, avvenne in quella città nel corso di venti anni, ne’ quali gli apprezzati vantaggi delle franchigie attivarono commercianti forestieri».