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La foto che vedete è stata scattata il 13 novembre 1880 in un’isola dell’arcipelago delle Bismarck (oggi Nuova Irlanda), al largo della Papua Nuova Guinea. Ritrae un gruppo aspiranti coloni provenienti dalla pedemontana veneta e friulana tra Sile e Livenza: Oderzo, Francenigo, Codognè, Sacile. Erano stati convinti a lasciare tutto da un truffatore francese, il marchese de Reys, che si era inventato un presunto paradiso terrestre dove peraltro lui non avrebbe mai messo piede.

Partono in 293 da Barcellona, in 27 muoiono durante il viaggio, e altri 48 muoiono dopo l’arrivo a Port-Breton, dove avrebbero dovuto trovare case e campi coltivabili e invece c’era solo foresta tropicale abitata da nativi ostili. Arrivati in novembre se ne vanno nel febbraio successivo, cinque finiscono mangiati dai cannibali. Gli altri arrivano, non senza difficoltà, in Australia dove vengono soccorsi e fondano la comunità di Cea Venessia (piccola Venezia), ribattezzata più banalmente New Italy dopo la legge del 1901 che aveva imposto l’uso dell’inglese. A poco a poco i nuovi arrivati si integrano con il resto degli australiani, l’ultimo abitante di New Italy muore ottantanovenne nel 1955. Oggi quell’incredibile vicenda è ricordata da un museo, nel Nuovo Galles del Sud.

(da Storie straordinarie di italiani del Pacifico, a cura di Marco Cuzzi e Guido Carlo Pigliasco, Odoya)

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