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Il busto, o corsetto, comincia a comprimere il corpo femminile fra Tre e Quattrocento. Dapprima è esterno, lo si allaccia sopra la veste, poi sotto. Questa schiavitù durerà all’incirca sei secoli, salvo un breve periodo, negli anni della Rivoluzione francese, quando il corpo femminile si libera. Ma dura poco. Fino a Ottocento inoltrato, il corsetto si allaccia sulla schiena e quindi c’è bisogno di qualcuno che aiuti chi lo porta. Molto spesso è il marito. Quando, nel XIX secolo, si cominciano a produrre busti che si allacciano sul davanti, e quindi la signora può provvedere in autonomia, si è finalmente sdoganato l’adulterio. Non poteva più capitare che il marito, alla sera, trovasse sul busto della moglie nodi diversi di quelli che aveva fatto al mattino.

Sarà poi Coco Chanel, negli anni Venti del Novecento a liberare definitivamente la donna dalla schiavitù del corsetto, sostituito definitivamente dal reggiseno.

da “Con stile. Come l’Italia ha vestito (e svestito) il mondo” (Garzanti)

 

Copia di busti sec.XIX e XX Gorizia museo moda