Il bassorilievo del XII secolo rappresenta una donna che con una mano si solleva la gonna, con l’altra si taglia il pelo pubico. È conservato a Milano, nel museo del Castello sforzesco. Fino al 1861 si trovava infisso in una delle porte della città, Porta Tosa (porta della ragazza), ma secondo altri potrebbe essere anche “potta tonsa”. La porta prendeva il nome proprio da questo bassorilievo del quale si ignora quasi tutto, se non il periodo in cui è stato scolpito, ovvero attorno al 1150. Sono fiorite numerose leggende: che sia la moglie di Federico Barbarossa che si fa beffe dei milanesi, che sia una ragazza (“tosa”) salita sugli spalti che cerca di distrarre i soldati imperiali sollevandosi la gonna. Naturalmente non è vero niente.
L’unica certezza è che la depilazione inguinale non è stata inventata dalle brasiliane. Si usava già nove secoli fa, e poi si è continuata a usare a lungo, o è ritornata, come dimostrano alcune immagini settecentesche, per esempio la “Leda e il cigno” di François Boucher.
La Porta Tosa non esiste più, si trovava nell’attuale piazza Cinque Giornate.
da “Con stile. Come l’Italia ha vestito (e svestito) il mondo” (Garzanti)