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I protagonisti delle commedie di Carlo Goldoni quando si riferivano ai soldi dicevano bezzi (o bessi). Poi c’erano le gazzette, e i giornali comininciarono a essere chiamati con il nome della moneta che serviva per acquistarli, e pure le palanche, e una palanca costava traghettare per andare alla Giudecca. E i schei?

Arrivano con gli austriaci e con una moneta di scarso valore che si chiamava Scheidemünze, che vuol proprio dire moneta divisionale. Se si legge la prima sillaba anziché con la pronuncia tedesca (sciai), con quella italiana (schei), si capisce bene da dove origini la parola.

Schei