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Lerci, puzzolenti da far vomitare: così vengono descritti gli europei per circa tre secoli, tra Cinque e Ottocento. In effetti non poteva essere diversamente, visto che si faceva qualche bagno solo se lo ordinava il medico. I ricchi lavavano “a secco”, cospargendosi di ciprie e profumi, i poveri, ovviamente, neanche quello. Giacomo Casanova, e siamo nel Settecento, dice di apprezzare le donne dagli odori forti, come la selvaggina. Si moriva di malattie legate alla mancanza d’igiene, si diffondevano i contagi come la peste (portata dai ratti) o il colera (dovuto alle contaminazioni fecali).

Non era però sempre stato così. Nel medioevo ci si lavava, eccome. Non c’era il bagno in casa, ma erano numerosi i bagni pubblici, eredi diretti delle terme degli antichi romani. Il milanese Maino De Maineri, detto Magninus Mediolanensis, medico dei Visconti e docente all’università di Parigi, verso metà Trecento scrive un trattato dove detta le regole per un buon bagno e fornisce 57 ricette di bagni adatte per ogni occasione: in viaggio, in tarda età, in gravidanza. Quindi l’igiene personale era curata fino a tutto il XIV secolo. Poi che succede? Uomini e donne si spogliano e si lavano assieme, spesso finiscono per anche fare altro, come mostrano le immagini qua sotto, tratte da manoscritti francesi.

La chiesa, ovviamente, non può tollerare che ogni bagno finisca in gloria e così i predicatori cominciano a scagliarsi contro l’immoralità dei bagni. A uno a uno, li fanno chiudere tutti: nel Cinquecento i bagni pubblici diventano un ricordo nell’intera Europa, e quelli privati sono ben al di là da venire. Quindi non ci si lava. Per salvare la pubblica moralità, la chiesa affossa l’igiene pubblica, aiutata dalla peste nera (1348), che uccide metà della popolazione europea, e dalla sifilide, che si diffonde in Italia a partire dal 1495, ovvero dalla discesa di Carlo VIII. I bagni vengono chiusi, uomini e donne stanno ben separati, si muore per scarsità d’igiene.

da “Con stile. Come l’Italia ha vestito (e svestito) il mondo” (Garzanti)

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