Seleziona una pagina

Total black e abiti colorati si sono fronteggiati per secoli. Nel Cinquecento la Spagna impone il nero, rifiutato da Venezia ed Inghilterra per sottolineare la lori indipendenza da Madrid. Nel Seicento il nero diventa il colore della Riforma protestante, mentre gli abiti francesi, sia maschili sia femminili, sono tutti colorati. Nel Settecento gli inglesi impongono la loro moda maschile: abiti comodi e scuri per poter salire e scendere da navi e carrozze senza troppo problemi. I britannici devono amministrare un impero e quindi viaggiare molto. Gli uomini vestono di colori scuri, meglio scurissimi e di là non ci siamo più scostati: ancora oggi l’abito maschile formale è nero, blu, antracite. Honoré de Balzac, e siamo nella prima metà dell’Ottocento, dice che gli uomini sembrano tutti vestiti per andare a un funerale.

Ci proveranno i futuristi a colorare gli abita, ma diciamolo subito, non ci riusciranno. Nel 1914 Giacomo Balla diffonde il manifesto da titolo Il vestito antineutrale. «Bisogna distruggere il vestito passatista epidermico scolorito funebre decadente noioso antigienico. Bisogna inventare il vestito futurista allegrissssssssimo, insolente acceso di colori iridisti. Adoperare nelle stoffe i colori muscolari, violentissimi, rossissimi, turchinissimi gialloni arancioni vermiglioni».

Al di là di qualche lodevole tentativo, come il raro ombrello futurista conservato nei musei provinciali d Gorizia, il ritorno al colore propugnato dai futuristi non avverr, infatti ancor oggi gli uomini, e spesso anche le donne, si vestono noiosamente di scuro.

da Con stile. Come l’Italia ha vestito (e svestito) il mondo (Garzanti)

Ombrello futurista 2