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Il motoscafo Acnil 130, ovvero quello affondato da un tornado a Sant’Elena l’11 settembre 1970 (ne racconto la storia in Naufragi. Storie d’Italia sul fondo del mare, il Saggiatore) è stato demolito una decina d’anni fa a Schio. La storia è affascinante anche perché è in divenire e cambia in base alle nuove conoscenze. Ebbene, è emerso qualcosa in più su questa tragica vicenda che costò la vita a 21 persone (più una uccisa a terra). ll mezzo affondato fu restaurato e rimesso in servizio, con il numero 136 che in precedenza apparteneva a un motoscafo del 1950 radiato il 20 settembre 1969. Naturalmente la notizia fu ritenuta riservata quanto più possibile perché non si sapesse che proprio quello era «il motoscafo della morte». Qualcuno nell’Acnil lo sapeva e salendo a bordo faceva gli scongiuri.

Comunque il motoscafo 136, ex 130, fu radiato nel 1985 dall’Actv che aveva sostituito la vecchia Acnil. Fu venduto all’Anmi (Associazione nazionale marinai d’Italia) di Schio che lo restaurò e ne fece la propria sede, collocandolo nel Parco Marinai d’Italia, assieme ad altri cimeli marinari. Ripetutamente vandalizzato, e in seguito alla decisione del Comune di riqualificare l’area, il mezzo è stato demolito una decina d’anni fa.

Nella foto in basso, si intravvede il motoscafo Acnil nel parco di Schio.