Era il 26 gennaio 1917 quando il fante Giuseppe Ungaretti, durante un turno di riposo a Santa Maria la Longa, vicino a Palmanova, scrive una cartolina all’amico Giovanni Papini. Nella cartolina una poesia.
«Cielo e mare»
M’illumino/ d’immenso/ con un breve/ moto/ di sguardo
I primi due versi diventeranno la celeberrima poesia «Mattina».
Il 10 agosto 1916 gli italiani avevano conquistato la vetta del monte San Michele (San Michele del Carso, comune di Savogna d’Isonzo, oggi noto soprattutto per l’eccellente Locanda Devetak), costata 200.000 vittime a entrambi gli schieramenti, tra morti, feriti e dispersi. Usciti dal fondovalle, gli italiani, e con loro Ungaretti, arrivano alla cima e da lì lo sguardo spazia a 360°: si vedono il mare, la pianura friulana, dalla parte opposta le cime delle Alpi Giulie. Lo sguardo spazia nell’immensità.
Se a qualcuno interessasse, ne perlerò sabato 4 febbraio, proprio a Santa Maria la Longa, in un’iniziativa di Pordenonelegge (vedi sotto).
Marzo Magno è un grande conoscitore di storia passata che condisce con raffinati cenni da buongustaio.
Peccato che quella sera d’estate a Porto Buso di Grado le zanzare abbiano infastidito la sua interessante esposizione.
Sono di Palmanova per cui sarò a Santa Maria la Longa
Adriano