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L’ultimo avvenimento è il matrimonio (al momento valido all’estero, ma non in Italia), tra Giorgia, romana, e Toby, australiana, l’8 giugno (foto). Da molti anni Venezia è meta privilegiata del mondo omosessuale. Frederick Rolfe, detto il Baron Corvo, scrittore inglese che visse (e morì) in laguna tra il 1908 e il 1913 è forse l’esponente più famoso della comunità gay veneziana. Frequentava giovani gondolieri, e ha lasciato descrizioni estremamente realistiche dei suoi accoppiamenti nelle scandalose Venetian Letters, mai pubbblicate in inglese fino al 1974 e tradotte in italiano solo molto di recente dalla Libreria editrice Filippi, di Franco Filippi (04152369169).

Negli anni Cinquanta- Sessanta erano noti i cosiddetti «settembrini» – tra loro Truman Capote – gay singoli o in coppia, soprattutto di lingua inglese, che visitavano Venezia nel mese in cui è più splendente, settembre, appunto e frequentavano intensamente i suoi locali più celebri, primo fra tutti l’Harry’s Bar.

Un americano del North Carolina di nome Thom Price, arriva a Venezia nel 1996 con una borsa di studio. Si innamora delle gondole e impara a costruirle, dal 2002 gestisce un cantiere, squero in veneziano, dove costruisce gondole e ripara barche tradizionali. Le cose non vanno bene e nel 2006 chiude. Dirà a un suo amico: «Venezia è stato l’unico posto del mondo dove non sono stato discriminato come gay, ma sono stato discriminato come squerariol». I veneziani, infatti, diffidando dello squerariol americano – e del suo assistente tedesco – non gli portavano le barche da riparare. 

 

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